Continuiamo ad analizzare alcune tra le tecniche più in voga del momento, sottolineandone i vari aspetti sia pratici che teorici.
Continuiamo ad analizzare alcune tra le tecniche più in voga del momento, sottolineandone i vari aspetti sia pratici che teorici.
Continuiamo ad analizzare alcune tra le tecniche più in voga del momento, sottolineandone i vari aspetti sia pratici che teorici.
Dopo aver visto il mini-raise pre-flop, nonchè la sua efficacia ed un indice parzialmente invertito secondo il quale un raise di piccole dimensioni equivale ad una mano molto forte, ci spostiamo verso altre due strategie di gioco altrettando efficaci: il mini check raise al flop e l’all-in post-flop.
Prestate molta attenzione quando si verifica un mini check-raise al flop, in quanto naturale evoluzione della strategia precedente. Una tecnica utilizzata principalmente per prendere tempo, ovvero sinonimo di chi vuole informazioni circa le carte in possesso dell’avversario. In ogni caso comunque, è bene prestare sempre la dovuta attenzione, in quanto ancora non sono chiare le dinamiche della sua applicazione.
L’avversario potrebbe tentare di sondare il terreno, ma potrebbe anche avere l’intenzione di portarci via gran parte delle nostre chips. Come riconoscere tali situazioni? Il modo migliore è quello di analizzare attentamente la composizione del board, in modo da prevedere la strada intrapresa dall’oppo ed agire di conseguenza.
Se torniamo indietro nel tempo, un semplice rilancio era sinonimo di forza, un re-raise di grande forza mentre con l’all-in si aveva un vantaggio assoluto. Nel poker moderno invece, tutte queste soluzioni vengono costantemente messe in pratica con mani che, ai tempi di Doyle Brunson e Johnny Chan (giusto per citarne alcuni), venivano considerate praticamente come spazzatura.
Andare all-in post flop è ormai cosa comune e, soprattutto tra i giocatori più aggressivi, sia ha la capacità di mandare la vasca con un progetto oppure semplicemente con 2 overcard. Per tentare di carpire tali intenzioni, occorre leggere attentamente l’avversario: la maggior parte delle volte, prima di andare all-in post flop, l’oppo farà check piuttosto velocemente in attesa della continuation bet, per poi mandare i resti anche con mani marginali.
In conclusione, le 3 strategie analizzate compongono un ottimo arsenale che un giocatore di Texas Holdem non può assolutamente non conoscere. Quanto meno saperle riconoscere, il chè ci offre già un enorme vantaggio in queste specifiche situazioni.