Il poker si basa molto su alcuni principi matematici, che ci mettono in condizione di prendere sempre la giusta decisione. Oggi vediamo un teorema, quello di Clarkmeister, piuttosto retrò ma dal retrogusto molto interessante.
Il poker si basa molto su alcuni principi matematici, che ci mettono in condizione di prendere sempre la giusta decisione. Oggi vediamo un teorema, quello di Clarkmeister, piuttosto retrò ma dal retrogusto molto interessante.
Il poker si basa molto su alcuni principi matematici, che ci mettono in condizione di prendere sempre la giusta decisione. Oggi vediamo un teorema, quello di Clarkmeister, piuttosto retrò ma dal retrogusto molto interessante.
Un teorema si basa su dei principi. In questo caso, il teorema di Clarkmeister afferma che, in un contesto heads up, se ci troviamo fuori posizione rispetto al nostro avversario e al river scendesse una quarta carta a colore, bisognerà comunque puntare con qualsiasi mano a nostra disposizione.
Alla base di questa strategia, seppur considerata da molti abbastanza superata, porta con sè una bella vagonata di spunti di riflessione, che noi riassumeremo in due semplicissimi concetti:
1) Quando scende una quarta carta dello stesso seme, a meno che l’avversario non abbia un punto semi decente e le giuste pot odds per chiamare, sarà spesso scoraggiato dalla nostra puntata, in quanto nella maggior parte dei casi in heads up, una simile action rappresenta quanto meno un colore medio-basso.
2) Una simile mossa ci mette in una condizione di Value-Bluff, in quanto le situazioni possono prevedere il fold dell’avversario con una mano migliore oppure il call con una mano peggiore.
Ovviamente, come ogni principio che si rispetti, anche in questo caso è necessaria una buona condotta di gioco, applicabile solo in precise circostanze. In particolare, bisognerà giocare per forza fuori posizione, cioè essere i primi a parlare dopo il flop, oltre a trovarci in un contesto heads up. Se queste regole non vengono rispettate (quindi non siamo i primi a parlare), il nostro rilancio al river su una quarta carta a colore può destare qualche sospetto, sospetto che può materializzarsi in un call da parte dell’avversario, distruggendo così la nostra strategia di partenza (check dell’avversario e bet da parte nostra è, spesso e volentieri, sinonimo di bluff).
In conclusione, il teorema di Clarkmeister va dosato a misura: esagerare con la sua applicazione, porterebbe il nostro gioco ad un livello di prevedibilità troppo accentuato, mentre dimostrarsi troppo ivi nelle circostanze sopra elencate indurrà il nostro avversario a numerosi bluff. Concentrazione è la parola d’ordine!