Dopo aver visto come comportarsi in situazioni multiway, cioè con 3 o più giocatori, vediamo in questa seconda parte come varia la tecnica in un contesto heads up
Dopo aver visto come comportarsi in situazioni multiway, cioè con 3 o più giocatori, vediamo in questa seconda parte come varia la tecnica in un contesto heads up
Dopo aver visto come comportarsi in situazioni multiway, cioè con 3 o più giocatori, vediamo in questa seconda parte come varia la tecnica in un contesto heads up.
Molto spesso la donk bet non viene presa in seria considerazione in certi contesti, quando invece può risultare assolutamente vantaggiosa. Se siamo fuori posizione e decidiamo di chiamare la puntata del nostro avversario, dovremmo noi avanzare una mossa affinchè il nostro gioco non risulti troppo scontato e trasparente. La continuation bet dell’avversario è standard dopo il nostro eventuale check e questo gli permetterà di appropriarsi di tanti piccoli piatti che alla lunga possono risultare decisivi. Bisogna studiare attentamente ogni situazione e non checkare automaticamente ad ogni flop, controllando magari l’azione con una donk bet. La donk bet può infatti risultare utile anche applicata in questa maniera, cioè utilizzarla per mantenere il controllo del piatto.
Siamo come al solito in un 6-max PLO con bui 1€/2€ dove, da grande buio, decidiamo di chiamare con [J – 10 – 8 – 7 rainbow] la puntata di un giocatore da bottone.
Il flop presenta un [K – 9 – 6 rainbow]. Vediamo come il board ci abbia regalato una bella scala bilaterale ma siamo comunque fuori posizione. Come bisogna comportarsi?
Ragionando sulle possibili opzioni da prendere in considerazione, quella più plausibile può essere chiamare e are su un eventuale turn mancato. In alternativa, se donk bettiamo e l’avversario decide di chiamare, possiamo ancora aggiudicarci il piatto estraendo una seconda pallottola al turn. Ed eventualmente al river, oppure se hittiamo qualcosa di concreto possiamo estrarre valore qualora anche il nostro avversario abbia centrato un ottimo punteggio.
Tuttavia, prima di formulare ipotesi affrettate, bisogna conoscere quanto aggressivamente l’avversario risponda ad una donk bet. A questo proposito, utilizzare software come Poker Tracker o Holdem Manager può dare vantaggi significativi al tavolo.
Nessuna strategia può essere considerata sempre efficace, ma si possono comunque prendere in considerazione alcuni fattori per renderla tale. Lo stile di gioco degli avversari, la profondità dello stack, il board, sono tutti elementi da conoscere alla perfezione. Dobbiamo sempre domandarci se la donk bet è la soluzione miglior per quel determinato contesto, tenendo presenti tutte le variabili in gioco ed adattarsi di conseguenza.
In definitiva, usiamo inizialmente la donk bet come semi bluff e bluff nelle giuste occasioni, questo perchè ci aiuterà a ragionare meglio sui vari spot. Ci permetterà inoltre di variare il nostro gioco qualora gli altri incominciano ad accorgersi del nostro modo di approcciarsi alla partita. Bilanciamo dunque le nostre puntate, in modo da confondere gli avversari ed indurli all’errore, soprattutto coloro che concentrano il gioco sulle proprie carte e che raramente riflettono su cosa effettivamente possiamo avere noi in mano.